
Nel cuore di San Pietroburgo, la prestigiosa Design Gallery è stata il centro di un evento davvero suggestivo che ha saputo fondere il mondo…
Nella seguente intervista, Alessandro Moras, CEO di Alta, e Luca Favretti, Responsabile Produzione, ci raccontano i cambiamenti che stanno avvenendo all’interno dell’azienda, le trasformazioni in ottica 4.0 e i progetti per il futuro.
1. Che cosa vuol dire per Alta fare impresa nel 2021?
Alessandro Moras: Per Alta fare impresa nel 2021 significa responsabilità sociale e ambientale, attenzione verso le persone e il territorio che ci circonda. Vuol dire anche rispetto delle regole e delle norme sulla sicurezza.
2. Quali sono stati i punti di svolta in azienda negli ultimi anni?
A.M. Uno dei punti di svolta per Alta è stato sicuramente il passaggio ad una produzione just in time, quindi sul venduto a riferimento. Altri tre tasselli fondamentali sono stati, poi, l’adozione di un sistema integrato per progettare la cucina, il trasferimento dell’azienda nella nuova sede in cui ci troviamo ora e l’avvio della trasformazione digitale che stiamo continuando a portare avanti.
3. In che modo la “Digital Transformation” ha interessato l’azienda?
A.M. La Digital Transformation ha interessato Alta a tutti i livelli, in modo trasversale, dall’acquisto, alla vendita, al processo produttivo.
4. Perché e com’è nato il nuovo layout interno dell’azienda?
Luca Favretti: L’esigenza di creare un nuovo layout all’interno dell’azienda nasce per dare risposte concrete al mercato in termini di volumi, qualità e flessibilità. La nostra tipologia di prodotto richiede sempre di realizzare personalizzazioni e di andare incontro alle esigenze più varie dei clienti. Per questo abbiamo introdotto nuovi macchinari e analizzato le performance dell’azienda, con l’obiettivo di dare forma e definire il nuovo layout. È stata realizzata una zona centrale di smistamento di tutto il materiale a rifornimento che viene ordinato cucina per cucina e che, poi, va ad alimentare le macchine e le foratrici. Sempre nella stessa postazione, gli operatori prelevano il materiale dai bancali, controllano la qualità della fornitura, etichettano il prodotto (perché ogni ogni componente è identificato per cucina) e, tramite la lettura del barcode, fanno il ricevimento delle merci. In questo modo noi siamo a conoscenza di tutto il materiale arrivato e possiamo tenere costantemente sotto controllo l’arrivo degli elementi necessari alla produzione. Tale suddivisione rispecchia il flusso dei materiali: il concetto alla base del rifacimento del layout aziendale è quello di produrre dall’arrivo materiali un flusso unidirezionale verso l’uscita del prodotto finito.
5. Come funziona il Metodo giapponese Kanban, adottato anche da Alta?
L.F. Il sistema Kanban è un metodo di gestione visuale dell’approvvigionamento e del flusso produttivo, basato sulla reintegrazione delle scorte in tempo reale. In pratica, esso consiste nell’utilizzo di un cartellino che permette di segnalare la mancanza di materiale o la necessità di rifornire la componentistica a bordo linea. Quando sta per ultimare l’utilizzo dei prodotti, l’operatore preleva il cartellino e lo deposita in un’apposita busta a vista, in modo tale che il magazziniere, effettuando passaggi cadenzati nel corso giornata, possa accorgersi della necessità di rifornire i componenti a bordo linea.
6. A quali esigenze risponde la nuova disposizione del reparto fuori misura?
L.F. La nuova disposizione del reparto fuori misura è stata studiata per rispondere alle esigenze di personalizzazione del prodotto richieste dal mercato. Abbiamo creato un flusso all’interno del reparto che va dall’arrivo delle materie prime e segue le varie fasi di produzione, fino all’imballo dei mobili. Il comparto è stato dotato di macchine nuove che ci permettono di personalizzare il prodotto, di poter contare su una maggiore flessibilità e di avere un’area di prototipazione dove andiamo a studiare soluzioni innovative o migliorie al prodotto stesso.
7. Quali sono i vantaggi che ha comportato l’automazione della linea di assemblaggio?
L.F. La nuova linea di assemblaggio è stata costruita con il massimo dell’automazione per far sì che gli operatori non debbano più eseguire movimentazioni manuali dei nostri prodotti. In questo modo abbiamo accelerato la costruzione del mobile ed eliminato alcune attività superflue, in maniera tale che gli operatori possano concentrarsi sulle attività a valore aggiunto come, ad esempio, il controllo della costruzione e della completezza del mobile e la pulizia dello stesso.
8. Che ruolo ha l’uomo in questa trasformazione?
A.M. L’uomo in questa trasformazione digitale ha un ruolo centrale: per noi le risorse umane sono fondamentali ad ogni livello e, supportate dalle giuste tecnologie, rappresentano il fattore imprescindibile di ogni impresa.
9. Qual è l’obiettivo che Alta vuole raggiungere e qual è la vision dell’azienda?
A.M. L’obiettivo che ci poniamo è quello di migliorare sempre i nostri prodotti e servizi e di creare in tutto il mondo una reta di rivenditori qualificata, per promuovere il brand e le creazioni Alta. Creare ambienti moderni e senza tempo, spazi in cui le persone amino stare e vivere la loro quotidianità: questa è la nostra vision, che traduciamo in fatti attraverso i sistemi integrati di arredamento.
10. Qual è la direzione verso cui si muove l’azienda? A quali progetti per il futuro sta lavorando Alta?
A.M. I progetti di Alta per il futuro sono molteplici e l’azienda è impegnata su diversi fronti: implementazione della digitalizzazione in ottica 4.0 e, di conseguenza, messa appunto della fabbrica dal punto di vista tecnologico, allestimento del nuovo showroom e di un’area dedicata in cui fare formazione ai nostri clienti, sia dal punto di vista tecnico che grafico, e sviluppo dei prossimi prodotti per il 2022.
11. Personalizzazione, internazionalizzazione, rallentamento sostenibile…qual è, secondo lei, la parola d’ordine per il futuro?
A.M. Rallentamento sostenibile, ovvero creare prodotti di alta qualità, rispettando il territorio e l’ambiente, con i giusti tempi per realizzare un prodotto di qualità e per dare la possibilità alle persone di lavorare bene. Un altro aspetto molto importante è riuscire a trasmettere al consumatore il grande valore che ha la casa e fargli comprendere l’importanza di investire su un arredo di alta qualità, garanzia di comfort e di durata nel tempo.
12. Qual è la fonte di ispirazione delle creazioni Alta Cucine?
A.M. Less is more: questa è la fonte di ispirazione dei nostri prodotti. Uno stile fortemente minimalista e moderno, con materiali e finiture ricercate che dialogano tra di loro in maniera armoniosa e coerente.
13. In seguito alla pandemia, la casa ha conquistato una rinnovata centralità nelle nostre vite: com’è cambiato il modo di pensare (o di ripensare) e progettare la cucina?
A.M. La pandemia, in realtà, non ha influenzato molto il nostro modo di pensare la cucina perché da sempre la filosofia di Alta è stata quella di progettare spazi minimal, che rispecchino pienamente il concetto del “less is more”. Le nostre cucine sono spazi fortemente ergonomici, fruibili e funzionali, senza oggetti in più che non servono a vivere la quotidianità, a cucinare o a stare insieme in cucina. Perché, nel tempo, infatti, questa stanza è diventato un luogo di convivialità e socializzazione, il punto nevralgico attorno a cui si muove e si concentra tutta la vita della casa.
14. Alta è ambassador del Made in Italy in tutto il mondo: qual è il rapporto dell’azienda con il mercato estero?
A.M. Il rapporto di Alta con l’estero è sempre stato molto buono. Esportare è nel nostro DNA: infatti, ci troviamo perfettamente a nostro agio nei mercati di tutto il mondo e possiamo vantare moltissimi Paesi in cui la nostra azienda è presente. Il nostro obiettivo primario? Raggiungere nuovi sbocchi nel panorama internazionale.
Guarda il video integrale dell’intervista a Luca Favretti, Responsabile Produzione di Alta.